Educazione

Il cucciolo si diverte ad arrampicarsi su mobili e tende. Un secco richiamo lo convince a togliersi le cattive abitudini.


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Chi ha posseduto o possiede un cane, potrebbe anche ritenere che al gatto vadano riservati all'incirca i medesimi sistemi d'educazione. Ma il gatto ha ben altro temperamento e ben altra sensibilità, si comporta seguendo le regole del suo istinto, non recepisce gli ordini dell'uomo, i suoi riflessi condizionati sono bizzarri.


Un cane rinuncerà con obbedienza alle poltrone di casa, il gatto vi salirà di nascosto quando il padrone non lo osserva. Con il cane esiste un rapporto comando-sottomissione, con il gatto il rapporto con l'uomo è reso possibile da un comune compromesso, non dagli ordini. Mentre per imporre un'abitudine a un cane, o per punirlo di una disubbidienza, è possibile «picchiarlo» con un giornale arrotolato (più rumore che dolore), con il gatto al contrario non va mai usata la maniera forte, che potrebbe procurargli imprevedibili traumi psichici, a parte il fatto che l'improvvisa reazione del padrone non gli farebbe mai collegare la sculacciata, poniamo, col furto di un pezzo di carne. Picchiare un gatto per una mancanza, ci farà ottenere in cambio antipatia, terrore, fuga. Il suo spirito d'indipendenza può essere in parte addomesticato sempre e soltanto con le buone maniere. Per i soggetti più refrattari, è semmai tollerato un leggero colpetto sul muso inferto con due dita, non di più. C'è chi suggerisce di punire le mancanze del gatto di casa rivolgendogli contro un getto di pistola ad acqua. Il gatto, si sa, teme l'acqua, e in quest'occasione non mancherebbe di offendersi molto. Ma per farlo scendere da un divano dovremmo correre il rischio di avere in continuazione pavimenti, mobili e mura schizzati d'acqua?


Le azioni del gatto per le quali è necessario un intervento risoluto, quando cioè tenta d'impossessarsi di divani proibiti, quando si avvicina alle tende con intenzioni da ginnasta; o quando salta sulle ginocchia durante l'ora della colazione, non sono molto frequenti. In queste situazioni, o in altre, basterà rivolgergli un secco richiamo con voce decisa e forte. Un «no!» o un «via!» profferiti al momento giusto, cioè nel medesimo istante in cui compie l'azione indesiderata (e mai a distanza di tempo) avranno certo la loro efficacia e a lungo andare l'animale finirà per non ricadere più nell'errore. Il gatto, di norma, è sensibile al dispiacere da lui provocato al padrone. Un gatto bene educato, dunque, non dovrà in primo luogo salire sui tavoli, tantomeno su quello della cucina dove in genere vi è sempre qualcosa a disposizione, né su quello del pranzo.

D'altra parte, egli pensa, io sono così elastico e non faccio proprio nessuna fatica a balzar su. Ma se lo deve togliere dalla testa e per questo basteranno gli strilli della padrona. Esistono, è vero, gatti costituzionalmente ladri, incorreggibili, «gatte morte», ma si tratta quasi sempre di animali respinti, mal nutriti, che penetrano occasionalmente in casa. Il gatto coccolato e sfamato ricorre raramente a simili bassezze.

Sarà invece impresa più difficile impedirgli di salire su un mobile o di acciambellarsi su una poltrona. Perché egli lo farà un pò per sentirsi protetto nel momento della siesta, un pò per star soffice e al caldo.


Ma questo impossessarsi di qualche angolo della casa è il guaio minore, anzi non è nemmeno un guaio. L'importante è che egli non usi le unghie sui mobili e sulle tappezzerie. Ed egli tenterà di farlo. Se vive sempre in casa bisognera acquistargli l'apposita assicella in vendita nei negozi specializzati, sulla quale potra sbizzarrirsi; oppure procedere alla lievissima limatura delle punte delle unghie, eseguita con pazienza tenendo compresse una per una le guaine, nella speranza di portar via al termine la nostra mano ancora sana.


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Il gatto ha bisogno di «farsi le unghie». Per tale scopo appositi manufatti sono in vendita nei negozi specializzati.


Un gatto, ad ogni modo, può divenire un ospite tranquillo e beneducato, soprattutto perché la sua saggia pigrizia, superate le esuberanze del cucciolo, è cosi prevalente nella sua giornata da non richiedere costanti interventi da parte del padrone. Il gatto impara subito, da perfetto igienista, a servirsi della cassetta messa a disposizione per le esigenze fisiologiche. Questo è un vantaggio rispetto al cane, che, come si sa, necessita in questo campo di un certo tirocinio.


Il gatto impara, se pur con una certa resistenza, anche il nome che gli viene imposto, e lo impara specie se si avra l'avvertenza di pronunciarlo nel momento in cui gli viene dato il pasto. Ma non si dovra fare gran conto sull'utilizzo di questo nome: il più delle volte egli fingerà d'ignorarlo. C'è infine chi riesce a far imparare al micio anche qualche esercizio, star seduto, camminare a comando, cader per terra come un morto, ma oltre che esser ammaestramenti che richiedono una pazienza da circo equestre, essi non fanno che umiliare la personalità del gatto.


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Il gatto è pulito
Il gatto è il più pulito degli animali domestici. Se avrà a disposizione una cassetta con sabbia o segatura, egli compirà le sue funzioni sempre nello stesso luogo, senza sporcare la casa.