Cosa vuole segnalare il gatto per mezzo degli occhi?

La prossima volta che date da mangiare al vostro gatto, guardategli attentamente gli occhi. Se è affamato, l'animale dilata le pupille appena vede comparire la ciotola della pappa e quelle fessure verticali si espandono fino a diventare delle macchie scure che esprimono l'aspettativa del gatto.


Da accurati esami si è potuto constatare che quando succede questo l'area delle pupille può aumentare di quattro-cinque volte rispetto alla grandezza normale e in meno di un secondo.

Questo drammatico cambiamento fa parte del sistema di segnalazione dell'umore del gatto, ma è soltanto uno dei modi in cui gli occhi mutano la loro espressione. Più gli occhi vengono colpiti dalla luce e più le pupille si contraggono fino a diventare delle fessure verticali; meno luce c'è e più le pupille si dilatano fino a diventare delle macchie rotonde e scure. Questo genere di mutamento nell'aspetto dell'occhio prosegue per tutto il giorno, quando l'animale si sposta dalla luce all'ombra e viceversa, ed è un cambiamento talmente comune da oscurare tutti gli altri cambiamenti della pupilla che possono aver luogo.

Anche la vicinanza alla scena influisce sulle pupille del gatto: più l'oggetto è vicino e più l'animale deve contrarie; con gli oggetti lontani, invece, le pupille si dilatano leggermente. Questo tipo di cambiamento interferisce anche con la nostra interpretazione dei segnali riguardanti l'umore che provengono dagli occhi.


Per complicare ulteriormente la faccenda, esistono due tipi alquanto diversi di cambiamento dell'umore: infatti, le pupille del gatto si dilatano notevolmente non solo quando vedono qualcosa di piacevole, ma anche quando assistono a qualcosa di terribilmente minaccioso.

L'unico modo per chiarire la questione è il seguente: se le pupille del gatto diventano improvvisamente più grandi, senza che vi sia stato alcun cambiamento nell'intensità della luce o nella vicinanza degli oggetti, allora vuoi dire che l'animale sta vivendo un forte stato emotivo. Può trattarsi di qualcosa di piacevole, per esempio l'arrivo di un piattino succulento, oppure spiacevole, come la comparsa di un rivale aggressivo e «corpulento». In entrambi i casi, le pupille si dilatano più del normale, come se cercassero di assorbire la maggior quantità di informazioni possibile da quegli stimoli eccitanti.

Mentre il gatto spaventato e sulla difensiva mostra un'enorme dilatazione della pupilla, nel caso del rivale dominante, aggressivo e nient'affatto impaurilo sembra essersi evoluto il segnale opposto. Infatti, per un animale del genere esiste soltanto un unico tipo di espressione possibile con gli occhi: la sottile fessura verticale della pupilla completamente contratta. Ma fate attenzione! Questo non vuoi dire che solo il gatto con le pupille «a fessura» sia pericoloso.

Cosa vuole segnalare il gatto per mezzo degli occhi?

Un gatto impaurito con le pupille dilatate è altrettanto capace di aggredire in preda al panico. In effetti, un gatto sottomesso che «ne abbia avuto abbastanza» e stia per difendersi spesso dilata le pupille rapidamente, giusto prima di assalirvi. Quindi è importante interpretare molto attentamente il segnale della «pupilla dilatata» e applicarlo al contesto prima di interpretarlo.


Oltre ai cambiamenti nella forma della pupilla, il gatto segnala il suo umore anche alzando e abbassando le palpebre. Un gatto in allarme ha gli occhi spalancati e questa è un'espressione che mantiene sempre in presenza di estranei di cui non si fida completamente. Se invece l'animale socchiude gli occhi, la sua è un'espressione di assoluto rilassamento che segnala la totale fiducia del gatto nell'amicizia dei suoi padroni.

Gli occhi completamente chiusi si osservano soltanto in due situazioni: il sonno e la resa. Quando due gatti lottano tra di loro e uno è costretto a sottomettersi, spesso succede che quest'ultimo «interrompe il circuito», per così dire: cioè, si allontana dal suo aggressore e chiude gli occhi cercando di cancellare l'immagine spaventosa del rivale dominante. Si tratta in genere di un'azione protettiva, un tentativo di salvare gli occhi da un potenziale pericolo, ma è anche diventato un modo per ridurre la tensione insopportabile del momento. Inoltre, il vincitore la interpreta come un segno di resa da parte del suo nemico.


A proposito dello sguardo fisso
Questo tipo di atteggiamento con gli occhi completamente spalancati ha un significato speciale nel caso del gatto: è un segnale che denota aggressività. In altre parole, quando noi fissiamo un gatto il nostro atteggiamento viene interpretato come una minaccia nei suoi confronti. Eppure noi lo facciamo sempre, perché ci piace tanto contemplare la bellezza dei nostri amici felini, e lo facciamo innocentemente, senza cattivi pensieri nei confronti del gatto, però a volte è difficile che l'animale lo capisca. La soluzione è quella di fissare il gatto quando lui non ci sta fissando a sua volta, perché, in questo caso, se i nostri sguardi si incrociassero l'animale interpreterebbe l'atteggiamento come una minaccia e questa è proprio l'ultima cosa che vorremmo da lui.


Modificando leggermente il nostro comportamento, invece, possiamo migliorare molto il nostro rapporto con questo animale, facendolo sentire al tempo stesso più a suo agio in nostra presenza.


Info Tutto il materiale, i testi e le fotografie utilizzate per questa sezione sono state tratte dal libro Capire il gatto di Desmond Morris pubblicato dalla Mondadori, traduzione di Annalisa Baldassarini. Il libro riporta un numero di informazioni maggiore e vi si consiglia l'acquisto.
Note di Copertina: Il gatto è una delle grandi star del nostro tempo: questo compagno pigro e sfuggente, elettrico e carezzevole è una fonte inesauribile di enigmi, delizie e tormenti. Perché i gatti sono attratti dalle persone che non li amano? Qual è la ragione delle improvvise galoppate per casa? I gatti hanno percezioni extrasensoriali? Sono solo tre delle cinquanta domande a cui l'autore dà risposta in questo libro, il secondo apparso in Italia che egli dedica al piccolo felino e che lo ha reso più "gattofilo" che mai.

Desmond Morris, nato nel 1928, etologo, filosofo, e studioso del comportamento umano, oltre che di quello animale, ha raggiunto la notorietà già nel 1967 con "La scimmia nuda".